Come installare Debian 13 su Raspberry Pi 4: guida completa passo passo con Xfce
In questo nuovo post spiegherò passo passo come poter eseguire Debian 13 Trixie su un Raspberry Pi 4.
Ufficialmente, né Debian né Raspberry Pi Foundation supporta Trixie. Infatti, anche se tra le architetture previste da Debian 13 è presente arm64 (aarch64), questa è pensata per sistemi ARM con EFI, come le nuove CPU Snapdragon.
Il Raspberry Pi 4 è effettivamente un arm64, ma utilizza un bootloader proprietario che Debian non supporta ufficialmente: per questo motivo è necessaria una ISO personalizzata, realizzata dalla Raspberry Pi Foundation. Tuttavia, nonostante Debian 13 sia stato rilasciato da un pò, la fondazione non ha ancora pubblicato un’immagine ufficiale del sistema.
Quindi, l’unico modo per eseguire Debian 13 è creare una chiavetta USB avviabile con Raspberry Pi OS Lite, utilizzando l’apposito software sviluppato dalla Raspberry Pi Foundation: Raspberry Pi Imager.
Raspberry Pi OS, essendo basato sull’ultima versione stable di Debian, rappresenta un’ottima base di partenza per ciò che vedremo in questo articolo.
L’ultima release del sistema, pubblicata a maggio 2025, è però ancora basata su Debian 12: sarà quindi necessario procedere a un aggiornamento.
Preferisco partire dalla versione Lite del sistema, perché, non avendo l’interfaccia grafica, occupa meno spazio, è più leggera, più facile da gestire e non include il software superfluo presente nella versione Desktop.
Cos’è Raspberry Pi OS
Raspberry Pi OS è il sistema operativo ufficiale delle schede Raspberry Pi.
Deriva direttamente da Debian Linux, ma viene adattato e ottimizzato dalla Raspberry Pi Foundation per garantire la massima compatibilità e stabilità con l’hardware delle board.
È disponibile in diverse varianti, dalla versione Lite, senza interfaccia grafica e pensata per server o progetti embedded, fino alle versioni con desktop completo, adatte all’uso quotidiano come un piccolo PC.
Include già diversi strumenti e applicazioni utili per programmare, configurare e gestire la scheda, rendendo la scelta più immediata e consigliata per chi inizia a usare un Raspberry Pi.
1. Requisiti
Per poter proseguire è necessario avere:
- Raspberry Pi 4 con tutta l’attrezzatura necessaria (alimentatore, cavo hdmi, mouse e tastiera)
- Supporto USB da almeno 8Gb
- Pc con installato Raspberry Pi Imager
- Connessione ethernet o wifi
2. Preparazione USB
Prima di avviare Raspberry Pi Imager bisogna inserire il supporto USB e smontarlo se il sistema lo monta automaticamente (ubuntu).

Avviato il software ci troveremo in una finestra dove dovremo prima di tutto scegliere il dispositivo Raspberry Pi, nel nostro caso Raspberry Pi 4.
Come dispositivi Raspberry Pi 4 sono intesi i modelli B, il Raspberry Pi 400, i Compute Modules 4 e 4S.
Dopo aver selezionato la board, bisogna selezionare il sistema che andrà installato sulla USB, per il nostro scopo “Raspberry Pi OS Lite (64 bit)”.
Come prima soluzione il software propone “Raspberry Pi OS (64 bit)” (la versione desktop).
Il sistema che serve a noi è la prima proposta all’interno del menu “Raspberry Pi OS (other)”.
Dopo aver configurato le opzioni precedenti si sceglie l’unità da formattare che può essere sia USB che SD.
Prima che inizi la procedura di scrittura sul supporto removibile, Imager ci propone di configurare l’installazione: noi inseriremo il nome utente che più ci piace con la relativa password, abiliteremo il server ssh, configurando l’hostname e, volendo, configurando anche la rete wifi con il paese in cui si userà il sistema, (per noi Italia), quindi, selezioneremo IT e infine configureremo ssid e password della rete.
Terminata la configurazione, Imager è pronto per installare il sistema operativo sull’unità USB; indicativamente la procedura di copia e convalida dei file potrebbe durare circa 10 minuti, dipende dalla velocità della chiavetta USB e della relativa porta.
ATTENZIONE TUTTI I FILE PRESENTI SULLA CHIAVETTA USB VERRANNO CANCELLATI, QUINDI IL CONTENUTO PRECEDENTE ALL’INSTALLAZIONE DEL SISTEMA VERRÀ PERSO; SI CONSIGLIA UNA COPIA DEI DATI IMPORTANTI

3. Configurazioni post installazione
Una volta completata la chiavetta, siamo pronti ad avviarla sul Raspberry Pi.
Il sistema che verrà avviato sarà Debian 12, senza interfaccia grafica, operante in modalità testuale.
Al primo avvio è consigliato collegare un monitor, poiché il sistema potrebbe richiedere ulteriori configurazioni e, inoltre, ci fornirà l’indirizzo IP (se la rete è stata configurata bene), fondamentale per chi desidera lavorare tramite SSH.
La prima cosa da configurare è la password di root digitando sudo passwd root dopo il login testuale dell’utente creato . Verrà richiesta la propria password per effettuare l’operazione con i permessi di amministratore e successivamente verrà richiesto di inserire la nuova password di root ridigitandola una seconda volta per conferma. A questo punto dovremo modificare il file di configurazione di ssh in /etc/ssh/sshd_config decommentando la linea PermitRootLogin e alla fine, al posto di no o quello che c’è, scriveremo yes.
4. Preparazione all’aggiornamento
Verificata la connessione internet e impostata la password di root si può iniziare a preparare il sistema per l’aggiornamento.
Si precisa che questa procedura non consiste in un semplice aggiornamento dei pacchetti, ma in un upgrade completo del sistema. Il tempo stimato per completare l’aggiornamento è di circa 20-30 minuti, variabile in base alla velocità della connessione, del supporto USB e alla quantità di memoria RAM disponibile.
Requisito preliminare per l’aggiornamento da Debian 12 (Bookworm) a Debian 13 (Trixie) è che il sistema sia già aggiornato all’ultima versione disponibile di Bookworm.
sudo apt update
sudo apt upgrade -y
sudo apt full-upgrade -y
sudo apt autoremove -y
Dopo essersi assicurati che il sistema Debian 12 sia aggiornato, per aggiornare a Trixie, è necessario modificare il file /etc/apt/sources.list, sostituendo tutte le occorrenze della parola bookworm con trixie.
Questo può essere fatto manualmente con un editor di testo (ad esempio nano), oppure in automatico con un comando sed.
sudo sed -i 's/bookworm/trixie/g' /etc/apt/sources.list
Successivamente, prima di compiere l’aggiornamento vero e proprio, bisogna eseguire il comando sudo apt update per aggiornare la lista dei pacchetti.
5. Aggiornamento
Per iniziare l’aggiornamento vero e proprio faremo un primo upgrade minimale per evitare problemi di qualsiasi natura.
sudo apt upgrade --without-new-pkgs
Se tutto va bene nel giro di una ventina di minuti questa prima fase dovrebbe essere completata.
Se la prima fase di aggiornamento è andata a buon fine si può continuare con l’upgrade completo. Durante l’aggiornamento potremmo ricevere dei prompt su configurazioni di file; di solito conviene mantenere la versione del pacchetto se non si è sicuri.
sudo apt full-upgrade
Se l’aggiornamento si è concluso senza errori, dopo circa venti minuti il sistema dovrebbe essere pronto. È necessario riavviare la macchina al termine dell’ultima fase per avviare Debian 13.
6. Verifica dell’aggiornamento

Per verificare la versione di Debian in uso è sufficiente consultare il file /etc/debian_version: se riporta 13, l’aggiornamento è stato completato correttamente; se invece indica ancora 12, significa che si è verificato un problema durante la procedura.
Prima di proseguire a fare altro è necessario eseguire il comando apt autoremove per rimuovere pacchetti che ora sono inutili provenienti da Debian 12. Tra i pacchetti elencati è anche presente python 3.11: non bisogna allarmarsi perchè Debian 13 ha come versione preinstallata del software la 3.12.
Per qualsiasi errore riguardo l’aggiornamento può essere utile andare a consultare i seguenti file:
- /var/log/apt/history.log -> riassunto di pacchetti installati/aggiornati/rimossi
- /var/log/apt/term.log -> output dettagliato di comandi apt, inclusi gli errori
- /var/log/dpkg.log -> errori di dpkg
7. Installazione dell’ambiente grafico
Per installare l’ambiente desktop è necessario seguire l’apposita procedura di installazione:
- Installazione del server grafico Xorg
- Installazione del display manager LightDM
- Installazione di Xfce
1. Installazione di Xorg
Come primo pacchetto grafico andremo a installare Xorg, il server grafico, eseguendo i seguenti comandi:
sudo apt update
sudo apt install xorg --no-install-suggests --no-install-recommends
Per testare l’installazione di Xorg è necessario avere uno schermo collegato al Raspberry Pi 4; per eseguire Xorg bisogna eseguire i seguenti comandi:
export DISPLAY=:0
startx
Per uscire da Xorg bisogna eseguire ctrl+c.
2. Installazione del display manager
Il display manager è l’elemento principale per far funzionare un ambiente desktop perchè è colui che gestisce:
- Schermata di login grafica
- Avvio dell’ambiente desktop, nel nostro caso Xfce
- Sessioni multiple, permette di scegliere tra diversi utenti o sessioni
- Credenziali, alcuni DM supportano autenticazione PAM, Smart Card ecc…
Negli ambienti desktop minimali come Xfce o LXDE il display manager non è incluso, quindi deve essere installato separatamente. È possibile usare qualsiasi display manager, ma per gli ambienti leggeri è consigliato e compatibile LightDM.
Per installare il display manager bisogna eseguire:
sudo apt install lightdm
3. Installazione di Xfce
Per aggiungere Xfce, utilizzare il seguente comando:
sudo apt install xfce4-goodies --no-install-suggests --no-install-recommends
Questo comando installa la versione base di Xfce, comprensiva delle applicazioni principali e di alcuni plugin per il pannello, senza installare un browser web e nemmeno un tema delle icone completo.
Terminata la procedura di installazione, prima di riavviare la macchina, bisogna abilitare l’avvio automatico di LightDM quando parte il Raspberry Pi, eseguendo:
sudo systemctl enable lightdm
E successivamente:
sudo reboot
8. Eventuali problemi
LightDM
Se al riavvio LightDM con Xfce non è partito bisogna verificare lo status di lightdm.service tramite ssh o facendo il login testuale in locale ed eseguire il seguente comando:
sudo systemctl status lightdm.service
Se il servizio non è avviato, lo stato sarà diverso da active (running) (ad esempio inactive, failed o dead) e nei log sottostanti saranno probabilmente indicati i dettagli dell’errore (solo se journalctl è autorizzato a scrivere i log).
Gli errori più comuni che si possono incontrare sono:
- Problemi con Xorg:
X server failed to startoCannot start X server - Problemi di permessi:
Failed to acquire displayoCannot open display - Nessun ambiente desktop installato:
No sessions available
9. Software

I software installati sono applicazioni base incluse con Xfce, quindi: il terminale, xfwm4, xfce4-panel, il dizionario, Xburn, ristretto, pulseaudio e thunar.
Non sono inclusi lettore multimediale e browser web.
Il sistema con solo Xfce4 e i suoi programmi, pesa circa 4,5Gb rispetto ai 2,5-3Gb iniziali; con le dovute ottimizzazioni il sistema può arrivare a pesare 3,0Gb.
10. Conclusioni
Raspberry Pi OS, rispetto al suo predecessore Raspbian, sempre basato su Debian, è stato ottimizzato per ridurre al minimo le scritture sul disco, dato che il sistema viene prevalentemente installato su chiavette USB e schede SD. In questo modo, a differenza di Raspbian, non bisogna sostituire il supporto dopo pochi mesi a causa dell’usura.
Questa guida è rivolta a chi desidera provare in anteprima Debian 13 su un Raspberry Pi, in attesa che la Raspberry Pi Foundation rilasci, nei prossimi mesi, la nuova versione di Raspberry Pi OS basata sull’ultima stable di Debian.